A PROPOSITO DI CENSURE PER UN SINDACO IN MUTANDE
Signor direttore,
oggi, il suo giornale, ha riportato l’intentata azione di censura del consigliere provinciale Massimo Pinardi, nei miei confronti, per indignità alla carica di Sindaco essendomi esposto in mutande con la fascia. La solita correttezza, da parte del giornalista, nel riportare i fatti e le dichiarazioni contrastanti. La situazione di scollamento, del tutto evidente, tra le Istituzioni in genere e i cittadini, tra la politica e i partiti con la realtà, mi fa ritenere opportuno cercare di intervenire ancora su questo argomento per dare un senso compiuto alle mie azioni di protesta che a mio avviso non denigrano le Istituzioni ma al contrario cercano di fargli assolvere il ruolo che gli attribuisce la Costituzione: difesa dei cittadini e soprattutto di quelli piu’ deboli.
Sarebbe importante, è modalità di scuola della Democrazia, chiedersi sempre il perché di un’azione.
Se non viene fatto questo tutto cade nel folclore e quindi nella polemica senza costrutto.
La mia azione di “protesta” era stata ampiamente annunciata a inizio febbraio (l’ho attuata dal 22 marzo. Ben 60 giorni dopo l’annuncio) anche con lettere a coloro che potevano discutere, come sarebbe loro compito, la Tares (nuova tassa raccolta e smaltimento rifiuti) e dare spiegazioni, dimostrare che avevano tenuto conto degli effetti (aumento insopportabile soprattutto per le famiglie costituite da piu’ persone; i proprietari di seconde case che usufruiscono del servizio poche settimane l’anno e lo pagano come se lo usufruissero per l’intero anno; i campeggi e soprattutto gli esercizi commerciali e i ristoranti). Non ho ricevuto nessuna risposta. Al momento, dopo circa 30 giorni dalla richiesta della Regione (5 aprile), nessuna risposta neppure per la dichiarazione dello stato d’emergenza, da parte del Governo, nel parmense, per gli ingenti effetti negativi, sul territorio, le attività, le persone, delle 84 stati d’allerta, della protezione civile, nei 120 giorni del 2013. Come testimonia, meritoriamente il suo giornale, ogni giorno, i danni accrescono, si ingigantiscono e superano la cifra dei 150 milioni solo per affrontare l’emergenza. Davanti a tutto questo sfascio, a questa delittuosa insensibilità del Governo, i Sindaci possono allargare le braccia generando, a mio avviso, ulteriore sfiducia nei cittadini o al contrario metterci la faccia, come ne sono capaci, per farsi sentire, per affiancare i propri amministrati in richieste legittime. Io cerco di fare questo con tutti i miei limiti, le mie paure, le mie carenze. Se un Sindaco, per primo, alza le mani per lo sgomento. Se un Sindaco si arrende davanti a muri di gomma capaci di respingere tutto e soffocare ogni speranza, ogni diritto, che cosa faranno, mi chiedo, i cittadini? Che cosa possono fare? Se si risponde con realismo a queste domande si può comprendere che probabilmente le Istituzioni vengono, seppur poveramente, com’è possibile a un piccolo Sindaco, rispettate piu’ mettendosi in mutande, per farsi ascoltare, che infondendo, alzando le mani, rassegnazione, rabbia, disperazione e purtroppo odio. Luigi Lucchi Sindaco.
Signor direttore,
oggi, il suo giornale, ha riportato l’intentata azione di censura del consigliere provinciale Massimo Pinardi, nei miei confronti, per indignità alla carica di Sindaco essendomi esposto in mutande con la fascia. La solita correttezza, da parte del giornalista, nel riportare i fatti e le dichiarazioni contrastanti. La situazione di scollamento, del tutto evidente, tra le Istituzioni in genere e i cittadini, tra la politica e i partiti con la realtà, mi fa ritenere opportuno cercare di intervenire ancora su questo argomento per dare un senso compiuto alle mie azioni di protesta che a mio avviso non denigrano le Istituzioni ma al contrario cercano di fargli assolvere il ruolo che gli attribuisce la Costituzione: difesa dei cittadini e soprattutto di quelli piu’ deboli.
Sarebbe importante, è modalità di scuola della Democrazia, chiedersi sempre il perché di un’azione.
Se non viene fatto questo tutto cade nel folclore e quindi nella polemica senza costrutto.
La mia azione di “protesta” era stata ampiamente annunciata a inizio febbraio (l’ho attuata dal 22 marzo. Ben 60 giorni dopo l’annuncio) anche con lettere a coloro che potevano discutere, come sarebbe loro compito, la Tares (nuova tassa raccolta e smaltimento rifiuti) e dare spiegazioni, dimostrare che avevano tenuto conto degli effetti (aumento insopportabile soprattutto per le famiglie costituite da piu’ persone; i proprietari di seconde case che usufruiscono del servizio poche settimane l’anno e lo pagano come se lo usufruissero per l’intero anno; i campeggi e soprattutto gli esercizi commerciali e i ristoranti). Non ho ricevuto nessuna risposta. Al momento, dopo circa 30 giorni dalla richiesta della Regione (5 aprile), nessuna risposta neppure per la dichiarazione dello stato d’emergenza, da parte del Governo, nel parmense, per gli ingenti effetti negativi, sul territorio, le attività, le persone, delle 84 stati d’allerta, della protezione civile, nei 120 giorni del 2013. Come testimonia, meritoriamente il suo giornale, ogni giorno, i danni accrescono, si ingigantiscono e superano la cifra dei 150 milioni solo per affrontare l’emergenza. Davanti a tutto questo sfascio, a questa delittuosa insensibilità del Governo, i Sindaci possono allargare le braccia generando, a mio avviso, ulteriore sfiducia nei cittadini o al contrario metterci la faccia, come ne sono capaci, per farsi sentire, per affiancare i propri amministrati in richieste legittime. Io cerco di fare questo con tutti i miei limiti, le mie paure, le mie carenze. Se un Sindaco, per primo, alza le mani per lo sgomento. Se un Sindaco si arrende davanti a muri di gomma capaci di respingere tutto e soffocare ogni speranza, ogni diritto, che cosa faranno, mi chiedo, i cittadini? Che cosa possono fare? Se si risponde con realismo a queste domande si può comprendere che probabilmente le Istituzioni vengono, seppur poveramente, com’è possibile a un piccolo Sindaco, rispettate piu’ mettendosi in mutande, per farsi ascoltare, che infondendo, alzando le mani, rassegnazione, rabbia, disperazione e purtroppo odio. Luigi Lucchi Sindaco.
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